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"Happy birthday, Yellow Kid!"
di Ferruccio ALESSANDRI *

Ridendo e scherzando (stavolta è proprio il caso di dirlo) sono passati cento anni come niente. Com'è cominciata?
Bè, quell'anno, il 1896, è stato gravido di eventi significativi, eventi che avrebbero segnato tutto il secolo a venire. Per esempio proprio in quell'anno Freud cominciò a pubblicare opere di introduzione a una scienza nuovissima, la psicanalisi. Oppure il cinema era cominciato da appena un mese e in quell'anno faceva la sua prima apparizione nelle sale. Oppure nascevano le "pulp magazines", le riviste popolari (chiamate così per la carta dozzinale ricavata dalla polpa di legno), in cui sarebbero state pubblicate in seguito gli scritti di E. Burroughs (Tarzan), di Dashiell Hammett. Intanto, sempre in quell’anno, Henri Becquerel scopriva la radioattività dei sali di uranio...
Succedevano tante cose, in quel lontano 1896, e (solo guardando quelle sunnominate) cose che avrebbero influito sul modo di vivere e di pensare di tutto questo secolo. Ma il cittadino medio senz’altro continuava il suo tran tran senza rendersene conto.
Ma per lo meno per il cittadino medio americano c'era una cosa di cui questi non poteva non rendersi conto.
Perché nel 1896 (il 5 gennaio, se proprio ci tenete saperlo) R. F. Outcault pubblicava sul primo supplemento domenicale del quotidiano "New World" la prima tavola a fumetti del mondo. Titolo: "Hogan's Halley", il vicolo di Hogan. Dentro c'era uno strano bambino calvo con le orecchie a sventola e una lunga camiciola che giungeva fino a terra. Il personaggio era già apparso l'anno precedente in vignette umoristiche con la camiciola blu. In quel fumetto (cento anni, ragazzi!) ne inaugurava una gialla, probabilmente per poterci scrivere sopra le frasi icastiche che cambiavano da vignetta a vignetta. Subito nell'immaginario collettivo divenne "Yellow Kid", il bambino giallo.
Cento anni, ragazzi. Pensate, nel mondo occidentale non c'è nessuno che abbia avuto un periodo di vita senza fumetti. In un certo senso il fumetto era già perfetto così. Una forma di comunicazione rivoluzionaria (oggi si direbbe con un po' di buona volontà, multimediale), in cui il fruitore doveva seguire una sequenza di immagini e che solo da bambini, quando si è ancora intelligenti, si riesce a fare. Anche oggi, chi non ha incominciato a leggere fumetti da bambino non ci capisce nulla.
Che è successo in questi cento anni? Tutto e niente, come per ogni altra cosa. Innovazioni di linguaggio di autori (e se avessi qualche chilometro quadrato di spazio ve ne parlerei volentieri) e innovazioni editoriali. Le più fondamentali: l'apparizione delle strip giornaliere sui quotidiani alla fine degli anni venti e la pubblicazione di albi autonomi alla fine dei trenta.
Solo da poco è stato comunemente accettato (non ancora da tutte le autorità intellettuali e politiche, purtroppo) che si tratta di letteratura popolare, probabilmente la più vera di questo secolo. Ho letto interviste in cui gente nota confonde i fumetti con i cartoni animati. È comunque diffusa l'opinione che si tratti di cose da lasciare ai bambini.
Probabilmente questa opinione fu comune anche per tutto il secolo in cui era nata l' "Odissea".
In quanto a noi fortunati, ci felicitiamo con noi stessi e con voi per aver capito. E facciamo festa. Buon compleanno, Yellow Kid.

Cento di questi secoli.

* Critico e storico del fumetto


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