H U M O U R C A R N I V A L
Poltiglia italiana
di Andrea ALOI *
L'esordio è un po' hard, ma è tanto per rendere l'idea.
Durante una delle chilometriche riunioni di redazione
a Cuore (l'argomento era l'ennesimo ricorso alle urne
e il contemporaneo, ineluttabile riemergere - come
un boccone indigeribile - del signor Cossiga Francesco)
fummo colti da una duplice, inconfessabile
illuminazione.
Inconfessabile proprio perché sembrava contraddire
il nostro comune sentire progressista e di sinistra e
allinearci piuttosto al genere sempre vivo dell'amaro
qualunquismo italico.
Suonava così, a proposito delle elezioni e dei ricorrenti
fantasmi politici: "Limiti della democrazia: troppi
coglioni alle urne"; seguiva, a corollario, una lapidaria
constatazione: "L'uomo della strada è una bella merda".
Al di là dell'infantile (ma quanto liberatoria, vero
Funari?) scatologia, quelle "solenni" constatazioni mi
paiono adesso un epitaffio acconcio alla conclamata
morte delle ideologie.
La constatazione di decesso aveva però un indubbio
valore conoscitivo: anche davanti alla satira politica
- più incline a molestare i forti poteri costituiti -dovevano
schiudersi, pena l'estinzione, le immense
praterie della stronzaggine quotidiana, più piccina,
certo, ma non meno letale, ai fimi di un civile svolgimento
della vita associata, dei Bettini e dei Berluschi.
Naturalmente non avevamo "inventato" un bel nulla,
visto che Altan e il sommo Pazienza - per citare i
maggiori - da sempre avevano praticato la strada della
frustata on the road o da tinello o da salotto (si legga,
del maestro di Aquileia, il dialogo fra figlio e genitore:
"Voglio una vita maleducata" "Ce l'hai già, italiano").
Ma il veder riflesse implacabilmente nel mitico Popolo
le ghigne e le trombosi spirituali dei pubblici rappresentanti
era pur sempre una presa di coscienza scomoda
per chi aveva ciucciato latte, utopie politico-pedagogiche
e futura umanità.
Alla fine, la riconversione della buona satira, passata
sempre più dagli abusati pupazzi (con o senza proverbiale
gobba) dell'avanspettacolo di Montecitorio alla
mitica gente, credo sia stata proprio salutare, come
ben dimostrano le tavole degli artisti esposte in
mostra, fra cui spiccano - era ora ! - nuove firme di
egregia personalità.
Firme nuove, poi, tino a un certo punto, ma - attenzione
- sicuramente non giovani; la consacrazione di Ziche
e Minoggio, di un Rebori, un Beppe Mora, un Gipi è
arrivata tardi, nonostante la loro già lunga e gloriosa
milizia, solo peri tempi anoressici e culturalmente
stenti che viviamo. Tempi vigliacchi dove si evitano
esplorazioni e solo il monoscopio sembra dettare
consacrazioni ufficiali (cara Tv, continua pure così,
ti stai facendo del male...).
Insieme alle new entries, ecco - ovviamente - gli antichi
legionari di mille battaglie: Vauro, Giuliano, Contemori,
Cemak, Bucchi, il "maledettino" Riccardo Mannelli:
nessuna legge Bacchelli per loro, è gente da trincea,
pronta a infilare ovunque (con mano ferma e decisa)
la matita.
Malcostumati tutti, leve di ieri e di oggi, sono i più
adatti ad aprire gli armadi del malcostume più vibrante,
ciascuno con la sua cifra personalissima. A parlarne
uno per uno non si finirebbe più, basti dire che sono
inconciliati autentici con lo stato di cose presente
(vedete, le ideologie muoiono ma i mal di pancia e gli
"ovi sodi" rimangono...) e li vedrei bene come presidenti
della Camera e persino come capi del mio condominio
(se non è fiducia cieca questa!).
A loro il compito di metter mano alla poltiglia italiana
e mantenere desta la nostra incazzatura o almeno un
filo di sana nausea. Quando il salumiere di Varese,
dopo aver concionato sui ladri di Roma, non vi darà
lo scontrino fiscale; quando la bionda ossigenata di
mezza età, appena tornata da qualche trombata a
pagamento ai Caraibi, reclamerà la definitiva chiusura
delle frontiere agli extracomunitari; quando l'automobilista,
che ha tirato dritto senza aiutare un poveraccio
caduto con la bici nel fosso, applaudirà alla
pena di morte; quando il sincero democratico inorridirà
pubblicamente di fronte alle crudeltà dei talebani
prima di blindare in casa la figlia "perché in giro ci
sono troppi delinquenti"... ecco, allora, sappiate che
Altan e gli altri non gliela faranno passare liscia.
Grazie, sentinelle.
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