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HUMOUR ITALICUS: gli umoristi italiani di Ferruccio Alessandri Anni fa un funzionario comunista mi raccontava che un suo collega di un'altra nazione gli diceva: "Voi italiani, inguaribili individualisti! Qui da voi ogni compagno rappresenta un partito diverso!". Il che può essere considerato sia un complimento che un insulto sanguinoso, a seconda di chi lo fa. Non indaghiamo oltre, ma quel funzionario esprimeva una verità assoluta. È stato anche detto che un italiano è una persona, due sono due partiti, ma questo lo si dice anche degli irlandesi… Il fatto è che gli italiani sono veramente individualisti. Ma basta aspettare, la televisione sta ponendo rimedio a questo. Tramite la TV gli italiani cominciano sempre di più a somigliare agli americani. Il che può essere considerato sia un complimento che un insulto sanguinoso a seconda di chi lo riceve. Non indaghiamo oltre… Un'isola felice in questo senso è la consorteria degli autori umoristici, ciascuno con la sua personalità precisa e il suo inguaribile individualismo, probabilmente perché non guardano la televisione… Perciò è impossibile definire gli umoristi italiani. Ciascuno di loro vive in un mondo tutto suo, anche se ha la capacità di essere universale: chi vede le sue opere ride, tranne un mio lontano parente che non ha mai capito bene che cosa faccio, e probabilmente tranne l'autore, che ha creato la cosa con la massima serietà possibile. Per esempio, che cos'hanno in comune la feroce leggerezza poetica di Cattoni con la leggera ferocia verbale di Giuliano? Che cos'hanno in comune le caricature psicologiche di Bruna con quelle geometriche, quasi astratte, di Ardito? Molto più facile è invece definire come viene considerato l'umorismo in Italia. Non viene considerato affatto. Questo è un popolo di ridanciani che, non appena s'imbattono in qualcosa di veramente umoristico, diventano seri di colpo, guardandosi l'un l'altro con aria interrogativa. La domanda inespressa che aleggia nell'aria è: "Ma con chi ce l'ha questo qui? L'hai capito tu? Io, no!". Perché la concezione generale e tradizionale dell'umorismo è lo sfottò, il prendere in giro qualcuno, possibilmente distruggendolo fin nelle midolla. Un qualcuno che da quel momento passi in mezzo a continui risolini ed aria d'intesa. L'Italia è uno dei pochi paesi in cui la figura del cornuto è considerata umoristica, mai drammatica. Naturalmente ci sono dei motivi storici che hanno condotto a tutto questo. Il fatto è che gli italiani hanno vissuto sotto un nugolo di dominazioni straniere, o comunque di principi (Papa compreso) che non ci pensavano due volte ad appenderti per il collo. Per cui ci si è abituati a usare quella particolare forma di umorismo che è la sfottitura sotterranea, o quasi, come forma di difesa. Come unica forma di difesa. Fino alla fine considerarla l'unico umorismo possibile, ignorando che ne esistono altre forme. Anche oggi, quando si ha a che fare con qualche rappresentante dell'autorità, militare o civile che sia, se si prova a fare qualche innocua battuta, quello si adombra e minimo guarda sospettoso (quando non si scatena), perché pensa di essere stato preso in giro personalmente. Ecco perché l'unica forma di umorismo che è accettata generalmente in Italia è la satira politica, purché…Purché prenda in giro gli avversari. Per i nostri non sia mai. Bisogna perdonare gli italiani. Sono una nazione da appena un secolo. Altre nazioni di costituzione più antica hanno sviluppato forme di umorismo più astratto e altrettanto caratteristico. Gli inglesi, per esempio, hanno il "sense of humour", in cui riescono a considerare divertente anche i peggiori disastri personali e comunque a ridere essenzialmente di se stessi e di situazioni (per quanto, vedendo i tifosi delle loro squadre di calcio…). I francesi hanno l'esprit, un umorismo cerebrale, costruito su battute concettualmente eleganti, nato nei salotti e nelle corti dei vari Luigi. Un umorismo da conversazione letteraria. Gli italiani, abbiamo detto, hanno lo sfottò. Per questo, qui da noi gli umoristi fanno una vita grama. Il giorno lavorano in banca o puliscono le fogne (o viceversa) e la notte disegnano sul tavolo di marmo della cucina, con la moglie che ogni tanto si affaccia a guardarli, scuotendo la testa. In compenso, come tutte le minoranze, sono completamente solidali fra di loro. Alle manifestazioni si salutano e si abbracciano con vero piacere. E quando vedono i disegni di un altro autore, ridono fragorosamente. Poi, quando lui non guarda, diventano seri di colpo, guardandosi l'un l'altro con aria interrogativa. Ferruccio ALESSANDRI Autore e saggista del fumetto: è stato direttore editoriale, art director, redattore, grafico e sceneggiatore per le maggiori riviste italiane del settore e per diverse case editrici. È traduttore dall'americano, specializzato in fumetti. Vive e lavora a Milano. |
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