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PAUL CAMPANI DAI FUMETTI AI CARTOON DI CAROSELLO MODENA
MOSTRA
Storia di un disegno animato
Nei laboratori della Paul Film prendevano vita i personaggi animati dei caroselli, un lungo percorso di lavoro, dai primi tratti dei personaggi fino al 'codino' cinematografico con gli attori del momento.
Raccontare come un personaggio nasceva e cresceva tra le mani dei suoi creatori, quando ancora il computer era solo fantascienza. È anche questo uno degli obiettivi della mostra dedicata a Paul Campani.
Accanto ai disegni originali saranno esposti gli ingombranti macchinari - titolatici, moviole, tavoli di animazione - che rendevano possibile la trasformazione delle idee di Campani in disegni animati e spot.
Dalle tavole originali, esposte al Foro Boario, si potrà scoprire la genesi dell'animazione: i tratti somatici del personaggio sono i primi a prendere vita dalla matita magica di Campani e del suo collaboratore Max Garnier.
Successiva alla fase dell'ideazione, in cui è facile accorgersi del modo in cui, spesso, i personaggi ricordino il loro committente (come accade per l'omino coi baffi Bialetti), è la stesura dello story board. Si tratta di sei o sette vignette accompagnate da qualche battuta, punto di partenza per la sceneggiatura definitiva.
Per capire come si realizzava il movimento senza l'ausilio di un computer si potranno osservare in mostra stralci del lavoro compiuto da intercalatori, inchiostratori e campitori. I primi realizzano ogni posizione intermedia dei personaggi, partendo dalle posizioni base disegnate da Paul: riempiono plichi di fogli con disegni creati ad hoc sulle parole, facendoli corrispondere alle espressioni e ai movimenti della bocca dei personaggi.
Gli inchiostratori, su fogli di celluloide trasparenti (rodovetri), ricalcano a china ogni disegno sul precedente, in modo da farne combaciare i contorni e poi aggiungerne le varianti. I campitori colorano il retro dei rodovetri, all'interno del disegno in bianco e nero per gli spot tv, a colori per il cinema. Più o meno servono 24 fogli per realizzare un solo secondo di spot.
Per ricreare il clima dello studio di produzione sotto i riflettori della mostra ci sarà una titolatrice dall'aspetto tutto americano. Un'apparecchiatura di tre metri di altezza con cui si effettuava la composizione della pellicola per lo spot.
I rodovetri illustrati e colorati venivano inseriti sullo sfondo di una scenografia e ripresi con la tecnica del passo ad uno, cioè uno scatto alla volta su ogni disegno. Una sorta di gigantesca macchina fotografica composta da un binario verticale sul quale scorreva una cinepresa. Dalla titolatrice si passa al montaggio della parte animata attraverso la moviola e come ultimo step l'inserimento del sonoro.
A 60 giorni dall'esordio televisivo o nelle sale cinematografiche, il carosello è così pronto per il montaggio definitivo e l'inserimento del codino cinematografico dello spot di cui sono state protagoniste moltissime delle celebrità di allora. Il codino rappresentava la peculiarità che differenziava Carosello da tutta la pubblicità mondiale, concedendo alla reclame del prodotto soltanto gli ultimi trentacinque secondi dei 2 minuti e mezzo dello spot.
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